Riuscirà il Solofra a vincere il campionato di promozione?

A CACCIA DI GIOCATORI DEL PASSATO


VINCENZO BARONE: LIBERO VECCHIO STAMPO, SIMBOLO DI UNA GENERAZIONE CHE NON C'E' PIU'

C'era una volta il libero vecchio stampo, il difensore centrale che amava giocare staccato, da ultimo uomo, davanti al portiere. I ricordi neanche troppo lontani ci portano ad un altro irpino purosangue, Vincenzo Barone, classe '70. Fisico da granatiere, non agilissimo ma dal buon tempismo, Barone, montorese di Borgo, ha trascorso gran parte della sua carriera calcistica a Solofra. Barone ce lo ricordiamo 23enne nell'ultimo anno di serie D, quello dell'infausta retrocessione in Eccellenza, l'anno 91-92 targato Carullo-Lucchetti-Carullo. Ma Barone è ancora al Solofra anche negli anni successivi, nelle difficili stagioni nel massimo campionato regionale, protagonista in particolare di una bellissima annata, quella del 94-95, con la gestione in panchina di un indimenticato Mario Pietropinto che poi spiccherà il volo facendo le fortune di Palma Campania. Barone è tra i primi attori di quel campionato, che si chiude con uno straordinario quarto posto, dietro i Giovani Lauro della marchesa San Felice, il Gragnano e la Paganese, ad appena sei punti dalla vetta. Barone lascia Solofra, per poi ritornare in seguito sotto la gestione Rolando Carullo, l'allenatore che lo conosce forse meglio di tutti. E' l'annata 95-96 e Vincenzo è il titolare inamovibile di una straordinaria Atripalda. E' la stagione del secondo posto, di Amerigo Ferrara in panchina che comincia a farsi conoscere al grande calcio. In difesa, lo stopper di quella stagione in riva al Fiume Sabato, è un certo Andrea Martino, fortissimo centrale di quella formazione, che poi Barone ritroverà sotto la gestione Troiano a San Giuseppe Vesuviano. Martino da Atripalda, passando per San Giuseppe, spiccherà poi il volo verso la C, con il Gladiator. Il campionato si chiude al secondo posto dietro l'Ebolitana dei vari Cerino e Paesano, che ironia della sorte il Solofra acquisterà due anni dopo. Lo spareggio con la Sanità di Gennaro Rambone è amaro. Atripalda calcistica resta in Eccellenza e Barone cambia squadra. Ancora pochi chilometri, ancora Solofra nel cuore. Lì c'è l'amico Pasquale Oliva con cui ha già giocato in serie D, c'è il tecnico che lo conosce meglio, Rolando Carullo. Barone gioca altre due annate con la maglia gialloblù, tutte e due targate Carullo. La 96-97, bellissima, indimenticabile, dove Barone è il libero e uomo squadra accanto a gladiatori come Rendina, Oliva, Russo, Bianco e Carraturo. Si chiude al terzo posto, un anno incredibile, culminato con la vittoria sull'Angri che però non basta per approdare agli spareggi. Barone resta ancora un anno nella città della concia, c'è sempre Carullo in panchina, ma è la stagione dei disastri. Il Solofra acquista quanto di meglio c'è in Eccellenza: Bianco, Russo e Carraturo vanno via, restano Rendina e Oliva, ma arrivano Cerino e Paesano che hanno realizzato quasi 50 gol in due appena due anni prima con l'Ebolitana che contese proprio all'Atripalda la vittoria finale. E ancora compagni di Barone sono Dario Rasi, Pirone, Trezza. Il meglio del meglio. Finisce con un deludentissimo sesto posto, a 21 punti dal Sorrento di Sasà Amato che l'anno prima aveva vinto con l'Angri. Si chiude l'annata e Barone viene chiamato a San Giuseppe Vesuviano con il terzino del Solofra Gaetano Volpe, napoletano di Ercolano. Barone diventa l'emblema di quella Sangiuseppese. Stravince il campionato di Eccellenza Girone A con Troiano in panchina, poi gioca altri due anni nel Campionato Nazionale Dilettanti, da titolare inamovibile dei partenopei. Niente più Solofra nella carriera di Barone ma un ritorno a casa. Nella "sua" Montoro. Due anni, il più bello che lo porta ad un passo da un nuovo trionfo. Della Teoreo Montoro Barone è l'emblema. Il derbissimo del Partenio contro il Solofra che vale lo spareggio per decidere chi delle due arriverà seconda lo vincono gli uomini di Viscido. Si approda agli spareggi regionali. Montoro elimina il Portici, poi però il sogno si spegne contro i marchigiani del Grottammare. Ancora un anno a Montoro, con una sofferta salvezza. Barone oggi ha chiuso col calcio, ma non ha abbandonato la sua terra. Vive nella sua Montoro e in molti se lo ricorderanno ancora oggi. Impossibile dimenticare quel difensore come forse oggi non ce ne sono più.


MASSIMO RASTELLI IL GLADIATORE

Non aveva compiuto neanche 20 anni quando indossò per la prima volta la maglia gialloblù. E da Solofra, quella piccola cittadina irpina che in quegli anni, era il 1987, giganteggiava nell'allora Interregionale, dando battaglia a grandissime squadre dalla tradizione certo completamente diversa, spiccò il volo verso il calcio professionistico. Annata 87-88, Massimo Rastelli di Torre del Greco indossa la casacca dei conciari. Ottavo posto finale per il Solofra, nel girone I. Un raggruppamento agguerritissimo, con la Battipagliese di Pasquale Santosuosso che alla fine la spuntò allo spareggio del Menti di Castellammare di Stabia contro la Sarnese. In campo con le zebrette c'era un certo Carmelo Condemi, oggi allenatore del Gragnano in Eccellenza. Il Solofra giunse alle spalle di avversarie blasonate come Portici, Savoia, Sambiase, Acerrana e San'Antonio Abate. 29 i punti finali conquistati, che erano tantissimi con la vittoria che valeva due punti. Dietro finirono squadre come Paganese, Angri e Paolana, in un girone lo ripetiamo tutto composto da campane e calabresi. Massimo Rastelli era il centrocampista offensivo che tutti ricordano oggi. 27 presenze e 4 gol realizzati quell'anno con il Solofra, poi la cessione l'anno successivo al Catanzaro addirittura da titolare in serie B. Massimo Rastelli diventerà poi uno dei giocatori in assoluto più forti del campionato cadetto, dall'inizio alla metà degli anni 90. Le migliori annate le disputa con la Lucchese di Corrado Orrico, la Lucchese dei miracoli, e con il Piacenza di Gigi Cagni con cui si regala anche le sue prime quattro stagioni nella massima serie. Successivamente l'annata di Napoli, non certo la migliore della sua carriera, e poi Avellino, dove è stato un emblema, un elemento che i tifosi non dimenticheranno mai. Rastelli in Irpinia ha lasciato il segno, con il suo carisma, la sua combattività, e quei gol, pochi ma buoni, spesso decisivi. Tre promozioni in carriera, l'ultima in questa stagione a quasi 40 anni con la maglia del Sorrento, accanto a gente come Gennarino Ruotolo e al bomber Ripa, che come lui dalla provincia di sicuro spiccherà il volo verso grandi lidi. Ma Rastelli non dimenticherà Solofra, ne siamo sicuri, quel campo polveroso in terra battuta di quella piccola cittadina nel cuore dell'Irpinia che lo lanciò al grande calcio.






FRANCESCO BIANCO E CARMINE CARRATURO: IRPINI SPECIALISTI IN PROMOZIONI

Buon sangue non mente. Passano gli anni ma gli irpini che sanno giocare al calcio continuano a far parlare di sè, purtroppo lontano dalla nostra provincia. Ti guardi un pò in giro e scopri che Carmine Carraturo e Francesco Bianco, protagonisti con le maglie tra gli altri di Solofra, Irpinia, e anche Avellino con qualche scampolo di gara in C, "zingari" del calcio in giro per mezza Campania, hanno trascinato la seconda squadra di Eboli, la Real Ebolitana, al successo nel campionato di promozione girone D, quello salernitano per intenderci.
Bianco ha alle spalle anche annate importanti in C con le maglie di Giugliano e Juve Terranova, poi da qualche anno ha ripreso a giocare tra D ed Eccellenza, dove forse riesce ad incidere di più e ad essere davvero decisivo. Carraturo i gol li ha sempre fatti, dopo Solofra ha girato fra Campania e Molise, qui in particolare si è segnalato per annate trionfali con medie di 25-30 gol a stagione. Ha vinto campionati da primo attore assoluto con Termoli e Bojano (La Cava in panchina). Classe '73 Carraturo, classe '78 Bianco, si sono ritrovati spesso insieme, Solofra, Bojano adesso Real Ebolitana, oggi farebbero bene anzi benissimo anche in una Eccellenza se non anche in serie D. Irpini doc tutti e due, uno di Monteforte l'altro di Mugnano del Cardinale erano i punti cardine del Solofra di Carullo nel 96-97.
Bianco è poi tornato a Solofra vincendo da protagonista il campionato di Eccellenza con La Cava e poi Esposito in panchina (con lui aveva già vinto l'anno primo a Bojano e c'era anche Carmine Carraturo). Si è poi ripetuto ancora l'anno dopo ad Eboli con l'Ebolitana portando a tre consecutive le sue promozioni dall'Eccellenza alla D.
Se mi facessero costruire una squadra con tutti irpini saprei io dove pescare... Di bravi giocatori ce ne sono davvero parecchi.
Cosa sarebbe stato del Solofra di quest'anno se in campo ci fossero stati nell'ordine: Oliva, Della Rocca, Meriano, Aquino, Angelo Festa (quest'anno al Vietri) e ancora Carraturo e Bianco...
Immaginate voi...
Tanto per parlare di ex solofrani, la Real Ebolitana annoverava quest'anno anche un certo Massimo Trezza. Chi se lo dimentica. Mediano e poi difensore di grande spessore caratteriale e fisico, Trezza non ha lasciato un bel ricordo nella stagione 97-98, quella targata Cerino, Paesano, Rasi e Pirone, l'annata che doveva essere dei grandi trionfi e che invece deluse tutti.
Trezza però ha dimostrato che il calcio lo conosce e anche bene. E che quella fu solo una annata no.
Ad Eboli lo ricordano con piacere, visto che è stato capitano in serie D della Pro Ebolitana, e poi ancora ha lasciato il segno ad Angri con Ferrara e a Sapri. Non è andato via da Solofra lasciando grossi ricordi e forse neanche tanti amici. Qualcuno ricorderà infatti i duri scontri anche verbali sul campo con il capitano Pasquale Oliva negli anni successivi, in particolare nell'annata dei 73 punti quando Solofra arrivò dietro l'Angri di Ferrara e dietro l'Ebolitana di Mimì Gargiulo.

(Foto Francesco Bianco per gentile concessione di Biagio della Rocca, webmaster www.acsolofra.it)

IL VIAGGIO CONTINUA...

NOTIZIE E CURIOSITA DAGLI ALTRI CAMPI

UN ANNO NERO PER IL CALCIO DILETTANTISTICO IRPINO

Una annata nera per il calcio irpino. Non c'è dubbio. Dopo Solofra, retrocessa senza neanche una vittoria, anche l'Eclanese del ds Ettore Sirignano lascia mestamente il massimo campionato regionale sconfitta nello spareggio dall'Agropoli (2-0). E se anche il Montella dovesse perdere con il Saviano, ci auguriamo sinceramente di no per il calcio della nostra provincia, il tris sarebbe completo. L'Eclanese era e resta una bellissima realtà. Quest'anno però ha pagato forse, come il Solofra, i troppi giovani nell'organico, anche se sulla carta non era inferiore alle dirette avversarie per la salvezza. Il problema degli spareggi è pero noto: contano poco i valori tecnici del campo, ma quando c'è una sola sfida, quella del dentro o fuori, è favorito chi riesce anche ad avere il sostegno dei propri tifosi in massa. Il dodicesimo uomo in campo è come sempre un valore aggiunto. Agropoli c'è riuscita, lo stesso dovrebbe essere anche per il Saviano. I tifosi neroverdi lo scorso anno, nella gara con il Baiano, erano almeno in mille, adesso sono pronti a invadere il Menti di Castellammare, pare infatti che si giocherà qui dopo il no per San Cipriano Picentino. Difficile che Montella calcistica possa portare tanti tifosi. Pur giocando ad Ariano infatti la squadra di D'Agnese non è amata dai sostenitori ufitani che non la considerano di fatto l'Us Ariano. La speranza, con tutto il rispetto per il Montella, è che se arriverà la salvezza si possa tornare alla vecchia denominazione, cioè Ariano Calcio, e che magari Solofra venga ripescata in Eccellenza. Rimarrebbe in caso contrario solo il Serino a difendere i colori irpini, visto che neanche la Bisaccese ce l'ha fatta sconfitta allo spareggio dalla Forza e Coraggio.

CAMPIONI DI IERI E DI OGGI

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STORIA TIFO

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BRIGATA VELENO

Nel 1995 nasce un gruppo di giovanissimi tifosi al seguito del Solofra: il Regime Gialloblu. Un anno dopo, nel 1996, nuove persone entrarono a far parte del gruppo, che nel frattempo cambiò anche nome. Nacquero così i Viking. Purtroppo qualcosa non andò per il verso giusto e il gruppo si sciolse a causa di divergenze interne tra i nuovi e i vecchi componenti. Un anno dopo, nel 1997, alcuni componenti degli ormai inesistenti Regime Gialloblu e Viking confluirono in un unico e comune progetto. Nacque così un gruppo che sta scrivendo pagine importanti nella storia del tifo a Solofra: la Brigata Veleno. Il nome del gruppo si ispira al film di Ricky Tognazzi "Ultrà" (con Claudio Amendola), uscito nel 1992. La vecchia sede era nel garage di uno dei componenti del gruppo. Dal 2003 al 2007 l'amministrazione comunale e il partito "Forza Italia" hanno dotato la Brigata di una nuova sede nella centralissima Piazza San Domenico che ha consentito alla Brigata di incrementare le iscrizioni. Per l'occasione furono stampate le nuove sciarpe ed i nuovi striscioni, di cui uno per le partite casalinghe ed un altro per le trasferte. Fu prodotto nuovo materiale tra cui bandiere, stendardi ed anche il bandierone che copre l'intero settore. Per la prima volta furono stampate anche le tessere. La nuova sede era frequentatissima e divenne ben presto il punto di riferimento di tutti i tifosi. Lì si organizzavano le partite casalinghe a da lì partivano le carovane per le trasferte. La nuova sede portò nuovo entusiasmo nella tifoseria e tanta fortuna alla squadra. Ogni domenica si organizzavano coreografie e alla fine di quella stagione il Solofra fu finalmente promosso in serie D dopo dodici lunghi ed interminabili anni. Alcuni calciatori di quella stagione erano spesso presenti in sede per parlare con i tifosi e talvolta si andava anche a mangiare insieme. Alcuni di quei calciatori sono rimasti nel cuore dei tifosi. Attualmente la Brigata è senza una sede e spera nell'aiuto di qualche politico locale che possa contribuire a trovare un altro punto di ritrovo e di aggregazione per la tifoseria. Tuttora in attività, la Brigata è l'unico gruppo al seguito del Solofra ed è stato l'unico gruppo a durare così tanto nel tempo (ha festeggiato il decennale nel marzo 2007) e, nonostante la pecca di avere pochi componenti, ha sicuramente il pregio di non aver mai abbandonato la squadra e di aver superato tantissimi momenti di crisi. Nella stagione 2005/2006 (anno della retrocessione dalla serie D), ad esempio, la Brigata ha sempre appeso il proprio vessillo in casa e, fino a quando hanno preso il sopravvento la sofferenza e l'agonia, anche a distanza di molti chilometri da Solofra (Matera, Monopoli, ecc.), nonostante le ultime posizioni in classifica. Anche questo sito internet è nato in un momento di grande difficoltà, e cioè nell'anno della seconda retrocessione consecutiva, tra l'altro in promozione, categoria in cui manchiamo dal 1984! Questo per dimostrare che gli ultras di Solofra sono quattro gatti ma non mollano mai, ci sono sempre ed appenderanno comunque la loro "pezza", soprattutto nei momenti di difficoltà!

La sede della Brigata Veleno (interno)

Murales stadio "Agostino Gallucci"


La nuova sciarpa (particolare)

La tessera

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